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 L'azienda agricola Fonte Calamaro
si trova a Nerola, località situata nel cuore della Sabina romana che nel 2001, insieme a quella reatina, è stata riconosciuta zona di produzione protetta (DOP) di olio extravergine d’oliva per circa 1800 ettari.
L’azienda, gestita dai fratelli Pangrazi, nipoti del fondatore, la cui famiglia era proprietaria del primo nucleo già alla fine del 1800, comprende oggi circa 26 ettari d terreno, dislocati in parte anche nel territorio della Sabina reatina (DOP) nel comune di Scandriglia. La tenuta agricola è stata infatti ampliata con nuove acquisizioni e l’impianto di nuovi ulivi. I cultivar, da cui annualmente si producono da 70 a 120 q. d’olio, sono carboncella, leccino, frantoio, pendolino.
Nella Sabina, territorio a nord di Roma, esteso dalla riva sinistra del fiume Tevere fino a raggiungere e a oltrepassare i Monti Sabini, l’ulivo ha sempre fatto parte del paesaggio collinare, dove impraticabile è l’agricoltura intensiva, e rappresenta un elemento di continuità con la Sabina reatina e le altre province del Lazio. Nella regione un’altra zona particolarmente votata a questa cultura è Canino in provincia di Viterbo.
La facilità con cui l’ulivo si adatta ai terreni più difficili lo rende prezioso per il mantenimento di pendii e zone impervie di collina. Colpiscono i lunghi filari, le chiome grigio-argentee in tutte le stagioni e i secolari tronchi degli alberi, che hanno la capacità di generare alla loro base nuovi arbusti e nuove radici.
La coltivazione dell’ulivo nella campagna romana risale ad alcuni secoli prima di Cristo, V-VI secolo.
Il ritrovamento di noccioli di oliva negli scavi archeologici di Cures, località situata tra i comuni di Fara Sabina e Nerola, dimostra che il frutto era utilizzato come alimento fin da tempi antichissimi.
Durante i secoli, da Orazio ai giorni nostri, la coltivazione e la produzione dell’olio si è conservata secondo la tradizione e sviluppata fino ad ottenere il prodotto attuale: un olio genuino, raffinato, equilibrato.
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