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La Storia

MITO E RELIGIONE
L’olivo, derivato da un oleastro, pianta centrale nella storia delle civiltà affacciate sul Mediterraneo, nel 2000 a.C. è già presente in Egitto e mille anni dopo in Palestina, ma testimonianze certe della sua presenza si trovano a Creta e risalgono all’età Minoica (1800-1500 a.C. circa). Si tratta di un torchio e di un contenitore utilizzato per schiacciare le olive. In una delle isole Cicladi venne ritrovato un torchio, datato probabilmente 1500- 1400 a. C., spesso rappresentato sui vasi di ceramica nera, realizzati ad Atene. A contribuire alla sua diffusione in tutta la Grecia, a Cartagine e in Cirenaica, successivamente anche in Sicilia, dunque in tutto il bacino del Mediterraneo, furono poi tra il IX e l’VIII sec., a.C. i Fenici. Nel VII sec. la coltivazione si diffuse anche nel Lazio per espandersi progressivamente, grazie agli Etruschi, nell’Italia centrale e in alcune aree del Settentrione.

L’olio aveva un carattere sacrale (veniva portato in Egitto sulle navi soprattutto da Creta ed usato per l’imbalsamazione dei defunti in quanto nessuno poteva avvicinarsi agli dei dell’oltretomba se non con il corpo unto d’olio d’oliva), ma anche pratico. Esso, infatti, produceva luce bruciando nelle lampade, ed era infatti detto olio lampante.


Secondo la mitologia greca fu Atena a piantare per la prima volta l’ulivo in Grecia. La dea contendeva a Poseidone il possesso dell’Attica, che sarebbe toccata a chi dei due avesse creato qualcosa di straordinario. Il dio del mare fece scaturire con il suo tridente una sorgente di acqua salata in mezzo all’Acropoli, ma Atena ottenne la vittoria piantando il primo olivo. Fu così che questo albero venne considerato sacro alla vergine Atena e dunque emblema di castità. Anfore di oli pregiati, ricavati dagli olivi sacri dell’Attica costituivano il premio per i vincitori dei giochi panatenaici, che si celebravano ad Atene in onore della dea.


Anche gli antichi Romani amavano e veneravano l’olivo, simbolo di prosperità e di pace e all’alba delle Calende di gennaio, due fanciulli andavano nelle case portando ramoscelli di olivo e sale per augurare letizia e abbondanza. I massaggi con l’olio d’oliva erano considerati un bagno di giovinezza.
Secondo la Genesi, Noè comprese che il Diluvio universale era terminato, quando la colomba che egli aveva fatto uscire dall’arca, tornò con un ramoscello d’ulivo nel becco. Per questo motivo questo albero è per le tre religioni monoteiste, ebraica, cristiana e musulmana, simbolo di pace, prosperità e rigenerazione.
Nella Domenica delle Palme, commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, la palma viene spesso sostituita dai rami d’ulivo, simbolo di Cristo e della riconciliazione tra il Signore e gli uomini.
Anche nel Corano si parla di un ulivo, posto al centro del mondo e che grazie al suo olio, diventa “sorgente di luce nei cieli e sulla terra”.

Durante i secoli, da Orazio ai giorni nostri, la coltivazione e la produzione dell’olio si è conservata secondo la tradizione e sviluppata fino ad ottenere il prodotto attuale: un olio genuino, raffinato, equilibrato.